Ci vengono a trovare in sogno
Animali, anima, sogno e realtà : dialogo con Silvia Ronchey
07/01/2021
Silvia Ronchey
Vogue
“Abbiamo bisogno degli animali perché sono l’immagine riflessa di noi stessi. Non possiamo conoscere noi stessi senza vederci riflessi in loro.” J.Hillman - Presenze animali.
FM: Molti tra scienziati e letterati descrivono il pianeta alla stregua di un’astronave in fiamme alla deriva tra le galassie, uno spazio dove isole di rifiuti galleggiano in immensi gorghi oceanici mentre la perdita di ozono atmosferico innesca drammatiche mutazioni climatiche. Secondo questi studiosi tra cinquanta anni la metà delle specie animali sarà perduta per sempre, e tutto questo innesca un depauperamento dell’ecologia che attiva un senso di lutto interiore e quindi un isolamento dal mondo.
SR: Sì, perché c’è una relazione diretta tra l’ecologia interna di ognuno di noi e l’ecologia del mondo esterno. Ildepauperamento ecologico coincide conun impoverimento della nostra psicologia. Il grande psicologo americano James Hillmanha reintrodotto, per spiegarlo, l’antica nozione di Anima del Mondo. Secondo Platone ‘il mondo è dotato di anima e intelligenza’, Plotino descrive l’universo come ‘un essere vivente che contiene in sé tutti gli animali avendo un unica anima in tutte le sue parti’. Se siamo parte di un’unica Anima Mundi la sofferenza della natura — l’estinzione delle specie animali e vegetali, il degrado ambientale — fa soffrire anche la nostra psiche. In questo senso l’emergenza ecologica è un’emergenza anche interiore che riguarda la salute psichica di tutti.
FM: Quindi l’uomo si rispecchia nel macrocosmo della natura, ma oggi la natura è degradata a risorsa e uno degli effetti di questa degradazione è proprio la pandemia del Covid-19. La cosa interessante è che [qui citi alla lettera Filelfo per cui forse potresti aggiungere: per citare L’assemblea degli animali di Filelfo durante la pandemia nessuna delle religioni si è espressa, i templi sono rimasti chiusi, ma allo stesso tempo si è creata in modo spontaneo, a livello globale, una specie di religione della natura tra i WhatsApp, le email, i messaggi, gli Instagram, che commentavano la vita animale e vegetale rifiorita nella tragedia pandemica. Molti in mancanza di chiese si sono rivolti alla natura come a un tempio.
SR: Proprio così e per questo penso che l’astronave che dici possa e debba essere trasformata in un’arca. Vorrei recuperare un altro concetto di Hillman, quellodi arca interiore, con questo intendendo quella varietà di animali, piante e altri esseri naturali che popolano i nostri sogni, i nostri immaginari, la struttura stessa del nostro inconscio. Le più antiche divinità avevano sembianze zoomorfe. Ancestralmente, come è stato scritto, il sacro e l’animale coincidono. Non è un caso.
FM: Ma sec’è un anima che include tutti gli abitanti della Terra, allora la multiformità della psiche dell’uomo, ovvero la sua vitalità, è garantita dalla multiforme anima animale; quindi oggi abbiamo due possibilità: o perire con l’astronave-arca che affonda o trasformarci nei suoi manutentori planetari aprendoci a una vera e propria empatia ecologica.
SR: Sì, questa Pandemia ha prodotto una sorta di crisi esistenziale globale e collettiva che ci sollecita a fare qualcosa per cambiare il nostro stile di vita. E’ quel cambiamento di cui parla anche Papa Francesco quando usa la parola greca metanoia, intendendola specificamente come “conversione ecologica”. In termini più laici, è un’esortazione a recuperare quel senso dellegame tra tutte le cose che sta anche etimologicamente alla base della parola re-ligio(dal latino re-ligare)e che è parte di una tradizione antica, sia ellenica, cristiana o buddista. Quanto a Hillman, la terapia che indicaè fare posto nella nostra intelligenza alle immagini animaliche sono all’origine dei nostri miti e al fondo della nostra psiche. Dobbiamo prendere consapevolezza che l’immagine animale è garante della nostra vitalità psichica.
FM: E perché gli animali abitano in noi?
SR: Nellaregressionee depressione della psiche umana prodotta dalla società dei consumi l’anima è in esilio.Gli animali, portatori di anima,sono la risposta più risoluta al nichilismo che sta intossicando la terra e rendendo insufficiente quasi ogni etica comune. Il recupero delle forme animali nei nostri sogni rispristina la fede animale nelle realtà durature, per citare alla lettera Hillman,e questo è importantissimo. Gli animali ci permettono di rimanere ancorati a ciò che Hillman chiama “il fare anima”, riprendendo un verso del grande poeta inglese John Keats: “Chiamate, vi prego, il mondo la valle del fare anima”.
FM: Proprio Hillman sostiene che gli animali ci vengono a trovare in sogno come benefattori segreti, essi nel buio del nostro letto ci legano a un microcosmo psichico, a una cognizione primordiale che ci definisce in quanto "animati", e al macrocosmo in cui ciascuno di noi partecipa. Non li chiamiamo, ma ne siamo chiamati. E’ un punto di vista secondo il quale senza questa residua familiarità con le loro immagini, con i loro comportamenti nelle nostre anime, non possiamo capire noi stessi come esseri umani.
SR: Ogni mattina al risveglio — per citare di nuovo Hillman — ricapitolano la nostra cieca e regolata fiducia nell’essere. Ci riconducono a quel giardino dell’Eden, a quella casa comune, in cui tutti nel profondo della nostra immaginazione psicologica desideriamo abitare. E concludo che secondo Hillman la via per salire a bordo dell’arca è quella estetica: assumere l’occhio animale, perseguire non solo una metanoia, una conversione intellettuale, ma un’ibridazione profonda, una metamorfosi spirituale e psichica, legata alla nostra immaginazione.Perché, come si diceva, se vogliamo cambiare l’ecologia della terra dobbiamo cambiare la nostra ecologia interiore. Ed è un compito urgente.