Il mondo bizantino. I: l'Impero romano d'Oriente (330-641)
a cura di C. Morrisson; edizione italiana a cura di S. Ronchey e T. Braccini; presentazione di S. Ronchey
2007
Silvia Ronchey e Tommaso Braccini
Einaudi
“Un fantasma si aggira per l’Europa del ventunesimo secolo, dopo che il Secolo Breve, il ventesimo, ne ha liquidato sanguinosamente gli ultimi discendenti. E’ il fantasma di Bisanzio ad aleggiare sulle zone incandescenti del nostro mondo attuale, sulle sue aree di conflitto, sulle sue faglie d’attrito, dai Balcani al Caucaso, dall’Anatolia alla Mesopotamia. E’ stato un grande storico francese, Fernand Braudel, a insegnarci a guardare la storia, in particolare la storia cosiddetta medievale, individuando come sua unità centrale il Mediterraneo e chiamando in causa quello che ha denominato il Mediterraneo Maggiore: la ‘zona spaziodinamica, che rievoca un campo di forze magnetico o elettrico’, estesa fino al Mar Rosso, al Golfo Persico, all'Oceano Indiano, in cui si è irradiata la civiltà mediterranea. […] Non è un caso che il Mediterraneo Maggiore di Braudel coincida con le zone di attrito, di contrapposizione etnica, di crisi del nascente ventunesimo secolo.” (Dalla presentazione di Silvia Ronchey)
“Redatto da un gruppo di studiosi legati al Centre de Recherches d'Histoire et Civilisation de Byzance (Collège de France / Institut de Recherche et d'Histoire des Textes) e curato, nella sua edizione italiana, da Silvia Ronchey e dal suo allievo Tommaso Braccini, questo primo volume di una serie di tre è dedicato al periodo fondativo dell'impero bizantino: dall'inaugurazione della capitale di Costantino sul sito dell'antica Bisanzio nel 330 fino ai primi anni della conquista araba che definisce i nuovi e ridotti limiti territoriali dell'impero (termine del regno di Eraclio nel 641, arrivo degli eserciti arabi in Siria e Palestina e inizio del cosiddetto periodo mediobizantino). Negli ultimi trent'anni molte prospettive e numerosi dati storici sono stati messi in discussione dai progressi avvenuti in campo archeologico, epigrafico, numismatico e papirologico. I nuovi risultati sono qui affiancati alle testimonianze delle fonti tradizionali, così da fornire una sintesi concisa, il più possibile completa, della storia politica e militare, religiosa, culturale e sociale bizantina. Una serie di capitoli è dedicata alle principali regioni dell'Impero, dai Balcani all'Egitto. Evitando le semplificazioni legate alla "decadenza" e al dirigismo statale, vengono delineate con chiarezza le cause della prosperità dell'oriente romano, ma anche quelle della regressione che si avvia nel 550.” (Dalla quarta di copertina)