Imperatori di Bisanzio. Cronografia
traduzione di Silvia Ronchey
1984
Michele PselloMondadori
“L'abbagliante e sinistro capolavoro fiorito, nel cuore dell'XI secolo, tra i palazzi di Bisanzio: la Cronografia di Michele Psello.”
(Dal risvolto di copertina)
“Avvocato, funzionario della cancelleria imperiale, segretario dell'imperatore, maestro di filosofia (insegnava tutto lo scibile umano), monaco, capo del senato, primo ministro; dotato di una prodigiosa e poliedrica cultura, di una curiosità e di una versatilità inesauste, di una conversazione incantevole, di un'intelligenza senza pari; orgoglioso, ambiziosissimo, capace di incarnare tutte le personalità e tutti gli aspetti, infido, bugiardo, vaniloquente, colorato e screziato come le più ambigue creature marine: così proteiforme, Psello riuscì nelle sue pagine (ciò che sembra impossibile) a fondere la severità di Tucidide con il grandioso e futile pettegolezzo di Saint-Simon.
Nel suo mondo morale non c'è cielo. Malgrado le professioni di pietà cristiana, tutto si concentra su questa terra; e l'unico luogo della terra degno del suo sguardo visionario e spietato è il trono imperiale: che eccita nell'uomo lo smisurato desiderio di possesso, la crudeltà, l'invidia o la più incredibile frivolezza. Se l'imperatore è solo, anche Psello è solo. La sua grande Musa è il feroce disprezzo verso tutti – gli stupidi, i vanitosi, i devoti e persino gli imperatori che stima ed elogia. Il suo genio psicologico lo accosta ai massimi romanzieri di ogni tempo e paese: Psello conosce tutti i pensieri più segreti dei suoi personaggi, quelli che essi non rivelano nemmeno a sé stessi e ignorano; e li rappresenta non nella fissità del carattere, ma nella mobilità dei gesti. Egli vede: tutti i sentimenti traspaiono nei vizi, nelle turpitudini, nelle malattie, nelle mostruose enfagioni, nelle follie erotiche, negli sfinimenti mortali dei corpi, sopra i quali si spalanca il suo occhio vorace e crudele. Una volta richiuso questo libro meraviglioso, tradotto con sicuro talento, il lettore ha l'impressione di aver attraversato tutta la fosca tragedia e la ridicola farsa della vita umana, leggendo parole al tempo stesso incise nel marmo e stampate sul più fuggevole dei gazzettini di corte."
(Pietro Citati)
Altro su questo volume:
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La Repubblica | 03/11/1984 | Gran comare bizantina, Alberto Arbasino
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Panorama | 19/11/1984 | I diavoli di Bisanzio, Massimo Dini
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Il Giornale Nuovo | 19/12/1984 | Il Bisanzio è sempre Bisanzio, Franco Cardini
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Orientalia Christiana Periodi… | 01/01/1985 | Michele Psello, Imperatori di Bisanzio, C. Capizzi S.J.
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Koinania | 01/01/1985 | Nota alla Chronographia di Michele Psell…, R. Anastasi
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L'Unità | 05/01/1985 | I sopravvissuti di Bisanzio, Mario Santagostini
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Il Manifesto | 10/01/1985 | Commentari sulla carriera dei potenti. A…, Remo Ceserani
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La Stampa | 17/02/1985 | Intrighi a Bisanzio, Carlo Fruttero - Franco Lucentini
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Revue des études byzantines | 01/01/1986 | Michele Psello, Imperatori di Bisanzio, Jean Darrouzès
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La parola del passato | 01/01/1989 | Indagini ermeneutiche e critico-testuali…, Gianfranco Fiaccadori