Roma al femminile
1994
a cura di Augusto FraschettiLaterza
”La grande fortuna di Ipazia in poesia e in letteratura [...] si deve al drammatico contrasto fra l'essere donna e l'essere coinvolta in due vicende entrambe virili: la filosofia e una morte violenta, tanto da divenire un martirio, se pure laico. A far amare Ipazia dai letterati ‘puri’ non è stata certo la sua presunta conversione al cristianesimo ma al contrario la fedeltà al platonismo e all'ellenismo assediato dalla barbarie culturale, all'interno, come da quella etnica all'esterno dell'impero. In questa predilezione completamente laica per Ipazia i poeti moderni hanno stabilito con gli alessandrini un ponte che travalica la restante letteratura.” (Dal saggio “Ipazia, l'intellettuale” di Silvia Ronchey)
“Profili di donne dell'antica Roma sottratte al silenzio e forse all'oblio cui avrebbe voluto condannarle una città di uomini: una città di padri, di mariti, di figli. […] Questo volume — che raccoglie i contributi di alcuni tra i maggiori storici europei di Roma antica — introduce in un mondo e in una società di cui anche le donne hanno contribuito a scandire ritmi e percorsi: in politica, a teatro, nella cultura, nella vita religiosa.” (Dalla quarta di copertina)