Voltaire, sotto la parrucca si fondono ragione e entusiasmo
TTL - Cl@assici | Fu un avvocato, un libertino, un detenuto, uno spettatore, un cortigiano, un filosofo, un commediografo, un tragediografo, un narratore: considerava la religione una malattia spesso incurabile
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Francois- Marie Arouet fu un avvocato, un libertino, un detenuto, uno speculatore, un viaggiatore, un polemista, un cortigiano, un filosofo, un commediografo, un tragediografo, un narratore. Si chiamò anche Voltaire.
Voltaire era piccolo e magro, aveva un lungo naso e occhi arguti. Portò sempre, anche quando non fu ptù di moda, la lunga parrucca riccioluta della Reggenza. Restò sempre, anche quando fu curvo e sdentato, un seduttore. Si sentì sempre, anche quando fustigò gli aristocratici dei salotti, un aristocratico del pensiero.
Secondo Voltaire, solo pochi possono leggere i suoi libri. La gente comune non è fatta per la conoscenza e la filosofia non sarà mai il suo retaggio.
Secondo Voltaire, la religione è una malattia che diventa spesso incurabile. Di tutte le religioni quella cristiana dovrebbe implicare la maggiore tolleranza, eppure fino ad oggi i cristiani si sono mostrati i più intolleranti degli uomini. Ciò dipende dal fatto che il cristianesimo era in origine un partito rivoluzionario il cui obiettivo era distruggere lo Stato romano. San Tommaso ha il coraggio di confessare che se i cristiani non detronizzarono gli imperatori fu solo perché non ci riuscirono. Convinti che tutta terra dovesse essere cristiana, erano necessariamente nemici di tutta la terra, finché non si fosse convertita.
Secondo Voltaire, invece, dobbiamo tollerarci a vicenda, perché siamo tutti deboli, soggetti all'errore. Un giunco piegato dal vento nel fango dirà forse al giunco vicino piegato in senso contrario: “Striscia come me, miserabile, o presenterò un'istanza perché ti si strappi dalla terra e ti si bruci?” Secondo Voltaire, noi chiamiamo anima ciò che ci anima. Non ne sappiamo niente di più. I tre quarti de! genere umano non se ne preoccupano. L'altro quarto invece cerca. Nessuno ha trovato né troverà. Secondo Voltaire, come non sappiamo che cosò lo spirito, così ignoriamo che cos e un corpo. Siamo come le dame di Parigi, che mangiano di gusto senza avere la minima idea di che cosa sia fatto il ragù. Così noi godiamo dei corpi senza sapere di cosa sono fatti.
Un giorno Voltaire decise di supporre che esistesse un Dio. Io credo, scrisse, che un onesto cinese sia per Lui più prezioso di un arrogante dottore europeo. Io credo che le dispute teologiche siano la farsa più ridicola e il flagello più orribile della terra subito dopo la sifìlide. Io credo che tutti i preti debbano essere sposati, per essere migliori cittadini.
Secondo Voltaire, la cosa più diffìcile è saper congiungere ragione ed entusiasmo. La ragione consiste nel vedere le cose come sono. L'entusiasmo è come il vino, può ottenebrare la ragione. In Saffo l'entusiasmo della passione si convertì in demenza. La grande poesia nasce invece quando l'entusiasmo causa solo lievi scosse, che provocano nel cervello un'attività poco più intensa de! normale. Questo si chiama entusiasmo ragionevole ed è la condizione perfetta.
IL LIBRO
Voltaire
Pot-pourri
a cura di Lorenzo Bianchi,
Feltrinelli, pp. 268, € 9