Lévi-Strauss tutto è linguaggio dalla poesia al formicaio
TTL - Cl@assici
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Lévi-Strauss è un filosofo e un viaggiatore. Si è educato da solo a una disciplina per cui non ha mai ricevuto un insegnamento e che oggi è chiamata, dal titolo di un suo libro, antropologia strutturale.
Nel 1934 partì per il Brasile dopo avere perso due volte il concorso per il Collège de France. Ritenne di dovere ricominciare la sua vita da zero. Si convinse che non avrebbe mai intrapreso la carriera universitaria e si disse: "Non ho più niente da temere, posso lasciarmi andare, scrivere tutto quello che mi passa per la testa".
Lévi-Strauss visse in mezzo alle tribù primitive ma il suo unico grande amore fu una scimmietta di nome Lucinde. Una volta gli chiesero l'autorizzazione a fare di "Tristi tropici" un'opera lirica. L'opera fu scritta e rappresentata a Strasburgo, ma non ebbe successo. Un critico lamentò la mancanza di una protagonista donna. Lévi-Strauss si disse che se fosse stato per lui avrebbe dato la parte a Lucinde.
Il padre di Lévi-Strauss era pittore. Una volta Lévi-Strauss definì il suo lavoro in questo modo: "Ho finito per fare un collage, nel genere di quelli di Max Ernst, un gran collage". Il nonno era violinista. Secondo Lévi-Strauss lo strutturalismo è stato intuito nel 700 piuttosto che nel 900, da Chabanon prima che da Saussure, per la musica prima che per le parole, senza che ciò importi. Una volta disse che i veri inventori della linguistica strutturale sono stati gli antichi stoici. Secondo lui tutto è linguaggio, dalla poesia al formicaio alla pièce de viole. Ha detto: "I termini non valgono per se stessi, importano solo le relazioni".
Lévi-Strauss distingue ciò che è bello da ciò che non è bello dalla densità delle sue relazioni interne. Come Jakobson, ha analizzato il sonetto "I gatti" di Baudelaire e ha dimostrato che si tratta di un oggetto più denso, più pesante, perché ne sprigiona la forza di molte più relazioni interne.
Secondo Lévi-Strauss gli uomini hanno solo due possibilità. O vivere la vita meglio che possono, comportandosi come se le cose avessero un senso pur sapendo che in realtà non ne hanno nessuno, lasciandosi portare dall'avventura come da un corso d'acqua in piena, senza mai perdere la testa, raddrizzandosi continuamente con piccoli colpi. Oppure ritirarsi dal mondo e condurre una vita da asceti, tra foreste e montagne, come i monaci buddhisti. Il realtà, secondo Lévi-Strauss, nessuno di noi sceglie mai, ma oscilla tra le due esistenze.
Una volta Lévi-Strauss sbarcò in una delle isolette intorno a Okinawa. Gli dissero di fare attenzione camminando a non spostare neppure un sasso per strada, perché "avrebbe potuto incontrare una realtà sacra in qualsiasi cosa e in qualsiasi luogo". Secondo Lévi-Strauss lo scintoismo è la religione migliore, accanto al paganesimo greco, perché "testimonia un rispetto, quasi una venerazione, non solo per gli esseri umani, ma per gli animali, per le piante e perfino per le pietre".
Dopo avere trascorso la vita fra i selvaggi, Lévi-Strauss ha stabilito che mangiare carne animale è il nostro nuovo cannibalismo. Dopo avere esaminato per tutta la vita le strutture della parentela, ha predetto che i nostri nuovi parenti saranno gli animali.
IL LIBRO
Claude Lévi-Strauss
Guardare ascoltare leggere, Il Saggiatore, 176 pp., £ 29.000