Ceronetti come Simon Mago
Lettere da Bisanzio
Articolo disponibile in PDF
Alla fine della seconda guerra mondiale, presso Nag Hammadi, in Alto Egitto, alcuni contadini trassero fuori dalla roccia una giara che conteneva un grande tesoro: tredici libri papiracei in copto saidico, l’intera biblioteca di una confraternita iniziatica sopravvissuta, nel V secolo, alla persecuzione e alla decadenza (iella propria stessa setta, seguace della Gnosis, Negli ultimi trent’anni i codici di Nag Hammadi sono stati fondamentali per riscoprire il pensiero che oggi denominiamo, con lieve distinzione terminologica, gnosi o gnosticismo, un tempo presentato come eresia cristiana, in realtà preesistente, parallelo o intersecante il cristianesimo, suo compagno di strada da Roma a Bisanzio e dalla Palestina al Turkmenistan.
La biblioteca gnostica di Nag Hammadi restituì integri, privi del filtro dell’apologetica patristica, testi cristiani da considerarsi apocrìfi e eretici, ma certo arcani e sconvolgenti, come l'Apocrifo di Giovanni, la Natura degli Arconti, l'Origine del mondo. In precedenza, a partire dalla scoperta della Pistis Sophia in pieno illuminismo, l’Occidente aveva prediletto la gnosi nelle sue forme non cristianizzate (l’ermetismo, il cabalismo, l’esoterismo degli alchimisti, gli oracoli caldei) e lo gnosticismo nelle sue estreme implicazioni storiche e politiche: i catari di Provenza o, prima e molto più di toro, i pauliciani e i bogomilli della sterminata provincia bizantina, i seguaci di Basilio, l’eresiarca clamorosamente processato e condannato a Costantinopoli.
La nozione di gnosticismo si applica oggi a intellettuali pessimisti, apocalittici e ascetici, come ad esempio Guido Cero netti Leggendo queste definizioni c’è chi si chiede: ma chi fu il primo gnostico? e chi l’ultimo? Secondo molti padri, il primo fu Simon Mago samaritano, che si faceva chiamare «la Grande Potenza di Dio». Furono gnostici Basilide, Carpocrate, Marciane, Menandro, Saturnino, e in generale tutto il montanismo. Il più famoso degli gnostici contro cui combatterono alleati l’impero e la Chiesa del II secolo, fu Valentino. Quanto alto gnosticismo contemporaneo, si fa in genere il nome di Réne Guénon, il teorico dell’esoterismo cristiano. Ma si possono citare fiancheggiatori meno sospettabili come Lawrence Durrell, ammiratore di Guénon e Lacarrière, che negli anni 70 contrapponeva la nobiltà della sfida gnostica «al piatto disfattismo degli hippie». Sempre in ambito letterario, si inserisce in maniera quasi caricaturale nel filone della moda neognostica l'Opera al nero della Yourcenar. Un esponente dell’internazionale degli Gnostici fu senz’altro un grande storico delle religioni come Coulianu, erede di Mircea Eliade, assassinato in circostanze misteriose qualche anno fa a Chicago.
Lo gnosticismo storico è, al primo stadio, una forma di razionalismo religioso (gnosis vuol dire in greco «conoscenza»), che tenta di spiegare con la sola ragione, anche se con deliberata enigmaticità, l’insegnamento cristiano ei suoi misteri in cui presuppone l’esistenza, fin dall’inizio, di un doppio livello: una versione esoterica, elitaria, trasmessa segretamente ai discepoli, e una letterale, per i molti, divulgata nelle fabulae dei vangeli. Oltre che degli aristocratici gli gnostici erano, proverbialmente, degli asceti estremi L’austerità di vita e il totale distacco dalle emozioni che praticavano li ricollegava alle discipline degli stoici toro predecessori nel tardo paganesimo, oltreché a quelle dei maestri dell’induismo, oggi forse più note. Il sapere cheto gnosticismo delle origini tramanda è una forma di eclettismo filosofico, emersa dall’amalgama microasiatico, in un’epoca in cui non solo un’ortodossia di contenuti, ma neppure il concetto di ortodossia era stato ancora elaborato dalla giovane Chiesa.