Maschi e femmine: questione di compiti
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Non sono d'accordo con quanto scritto da Silvia Ronchey in Parità uomo-donna, un problema per la Chiesa? (lo Donna 32). La lettera del cardinale Ratzinger non fa che ribadire ciò che Gesù ha detto all'Ultima cena. Quando Egli ha scelto dodici apostoli uomini, dando solo a loro il potere di trasformare pane e vino in corpo e sangue di Cristo e di rimettere i peccati. Cosa che le donne non possono fare. Non c'è nessuna disparità: è semplicemente una scelta di Gesù. Cosi come lo stesso Dio ha deciso che il miracolo più grande di tutta la creazione, che è la generazione di un figlio, sia della donna, assieme a tante altre stupende qualità. È solo una questione di compiti, tutti meravigliosi nella loro specificità.
Marco. Via email
Caro Marco, lei ha perfettamente ragione, in termini di dogma cattolico. Ma è proprio questo il problema della Chiesa: come fare, nella società odierna in cui la parità e l'uguaglianza di ruoli tra i sessi è ormai un dato acquisito, a mantenersi fedele all'estromissione della donna dal carisma del sacro? Se questo sia avvenuto già nella predicazione di colui che chiamiamo Gesù, o se sia avvenuto per opera degli ideologi del compromesso tra cristianesimo e Stato romano, nessuno può dire data la varietà e labilità della tradizione manoscritta di quei testi che chiamiamo vangeli, canonici o extracanonici. Quello della posizione della donna nei vangeli, e quindi anche del sacerdozio femminile, è un problema universalmente sentito: non si spiegherebbe altrimenti il successo mondiale di un best seller come II Codice da Vinci, approssimativo quanto si vuole ma incentrato proprio sul tema, riproposto dalla lettera di Ratzinger, del rapporto tra donna e Chiesa.
Silvia Ronchey