Anatema per le coppie di fatto: una fatwa contro il senso comune
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Cara Fiorenza,
quando il candidato leader alle primarie della sinistra, un prudentissimo cattolico. Romano Prodi, ha azzardato la possibilità di inserire nel programma politico dell'Unione una legge sui Pacs, ossia sulle coppie di fatto, gay ma non solo, si è aperto, letteralmente, il cielo. Dall'alto delle loro sacre certezze, le superiori sfere della chiesa hanno folgorato il pacifico pastore d'anime della sinistra accusandolo di voler "lacerare la famiglia" pur di raccogliere voti.
Ma non è stata tanto la prontezza e violenza dell'anatema sull'Osservatore Romano a sorprenderci - di questi tempi ci si aspetta di tutto - quanto i suoi effetti. Da un lato, i vezzeggiatissimi alleati cattolici dell'Unione hanno istantaneamente minacciato di andarsene. Dall'altro il leader ne ha balbettate di tutte: «Sto soffrendo tantissimo», «Mi hanno voluto fraintendere», recitando i principi di un retto catechismo: non confondere la famiglia e il suo fondamento, il matrimonio, con il concubinaggio. E poiché il peccato più grave, agli occhi dei suoi inquisitori, era quello di cadere nell'eresia ispanica chiamata "zapaterismo", come ai tempi degli antichi concili il sottile professore ha argomentato trattarsi invece di lecito "aznarismo". Insomma, un fulmine ha basito la rentrée preelettorale e il panico non era suscitato dal terrorismo islamico ma dal terrore di discostarsi, in un attimo di distrazione, da un altro fondamentalismo.
Un tempo era la Spagna il paese dell'Inquisizione, ma oggi da noi sembra fare direttamente da arbitro Pietro e la corsa al centro essersi trasformata in una gara a chi si avvicina di più al suo soglio, allontanandosi di più dai cittadini e dal loro senso comune.