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Sulle donne italiane

25/03/2004 Silvia Ronchey

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Corriere della Sera

OPERA MULTIFORME

 

Sulle donne italiane

 

Caro Mieli, nella lettera che le ha inviato Emma Fattorini deplora come «sciattamente revisionistica» la scelta di includere Luisa Fetida nel volume «Italiane», distribuito gratuitamente nelle edicole l'8 mar­zo, con grande successo, su iniziati­va del Ministero per le Pari Opportu­nità. Mi accomuna alla Fattorini l'essere tra le poche storiche italiane che non vi hanno collaborato. Mi ha però stupito, oltre alla violenza delle sue critiche, la loro pretestuosi­tà. Luisa Fenda, così come Rache­le Mussolini ed Edda Ciano e come naturalmente la maggioranza di fi­gure femminili di opposta colloca­zione politica presenti in «Italiane», figura va già nel volume «Donne italiane: il chi è del '900», curato nel 1993 da Miriam Mafai e con molta maggiore simpateticità. Eppure nes­suno si sognò allora di contestare quell'ottimo libro. Forse la Fattori­ni si lascia orientare dalla stessa lo­gica di schieramento di cui lamen­ta l'assenza in «Italiane». È disegua­le, protesta, la distribuzione delle voci biografiche tra democristiane e comuniste. Avrebbe forse voluto lottizzare anche la storia femmini­le, una quota a partito, come si face­va in Rai? O forse avrebbe voluto che le autrici delle voci, a suo giudi­zio troppo «briose ed effervescenti», fossero state trascelte con questo cri­terio? La verità trapela, ahimè, dal­l’allusione finale alla presenza nei media di «cattedratici travestiti da polemisti»: quella della Fattorini mi sembra una polemica tipica­mente universitaria, non politica né tanto meno culturale, velata­mente intimidatoria nei confronti di un'opera multiforme, di cui mi­lioni di donne leggeranno e giudi­cheranno liberamente, l’8 aprile e l’8 maggio, i due restanti volumi.


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