La bibliotec@ di Borges
Internet, il tuo specchio
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Dicono che l'alta cultura non giri in Internet. Che l'immensa Rete planetaria sia destinata a raccogliere solo detriti e sottoprodotti, una cultura mortificata dal predominio del numero e dalla legge del mercato. Una cultura, quindi, inesorabilmente «bassa». Diamo per buone le definizioni di cultura alta e bassa (su cui naturalmente si potrebbe discutere a lungo) e però avvertiamo che l'allarme è infondato. La Rete è una miniera di buona cultura più di quanto non siano attualmente non solo la maggior parte dei media ma ad esempio le grandi catene di librerie, con il loro gorgo continuo di best seller, instant hook e testi inutili in vetrine vistose. Nel Web, invece, non tutto è alla luce. Come ogni miniera, è un mondo oscuro, tortuoso e sotterraneo, in cui bisogna saper cercare. Cultura e ricerca vanno di pari passo, del resto, e sono sinonimi. La verità è che il Web dà cultura, ma la presuppone anche. I meno tormentati e perplessi fruitori di Internet sono proprio le persone colte. Nessuno studioso ancora attivo nel lavoro di ricerca trova ragione di perplessità riguardo a Internet. Ama, anzitutto, le sue biblioteche, scientifiche e umanistiche, laiche e ecclesiastiche. Se fosse vivo Borges ammirerebbe realizzata la sua Biblioteca di Babele. I libri della Library of Congress, della Biblioteca Vaticana, del magnifico Hollis di Harvard, della Bibliothèque Nationale di Parigi affluiscono dalla Rete sullo schermo, li tiriamo su in pochi secondi dai cataloghi online che con velocità vertiginosa si stanno snodando da un continente all'altro. Inoltre, centinaia di migliaia di opere di classici sono già disponibili in full text, cioè consultabili, leggibili (anche stampabili, se proprio si vuole) nelle edizioni più rare e normative. L'attività di inserimento dei testi è in crescita esponenziale e verrà completata, come già lo è il Thesaurus della letteratura greca e latina, come lo sono i testi sacri delle varie religioni insieme ai loro millenari commenti. Per i classici antichi, si stanno immettendo perfino papiri e manoscritti, per poter confrontare le varianti. E sempre più spesso anche gli aggiornamenti della ricerca e della critica, le vere punte cioè della cosiddetta «alta cultura», vengono pubblicati direttamente online. C'è di sicuro, nella Rete, una maggioranza di cose brutte, stupide e pericolose. Proprio come nel mondo. Internet rispecchia tutto il mondo, un rispecchiamento a 360 gradi e in tempo reale: per questo può spaventare. Ma per girare in Internet, così come per girare il mondo, in primo luogo non bisogna avere paura e in secondo luogo servono buoni indirizzi. I siti delle università già li danno. Sarebbe magnifico se i giornali, anziché allegare indirizzari informatici commerciali, regalassero ogni tanto gli indirizzi online di università e di biblioteche.