C'è un paradiso per tutti
Esce in italiano la traduzione della monumentale «Encyclopedie des religions». Dall'Islam al tantrismo: fedi a confronto
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«E i corpi imbalsamati degli egiziani dovevano resuscitare, perché la prima operazione degli imbalsamatori era quella di perforare il cranio per trame fuori il cervello? L'idea di resuscitare senza cervello fa sospettare (se si può usare questo verbo) che gli egiziani, da vivi, non ne avessero molto». Così insinua Voltaire alla voce Resurrezione del suo Dizionario Filosofico. Dal secolo dei Lumi molta acqua è passata sotto i ponti. Alla beffarda denuncia delle credenze religiose come «impossibili, contraddittorie, ingiuriose per la Divinità e dannose al genere umano» avanzata dagli illuministi si è sostituito da tempo lo studio positivo dei fenomeni religiosi nella loro storia. La comparazione fra le tre grandi religioni monoteiste, un tempo nemiche ma ormai cerimoniose fra loro e quasi complici, è diventata un esercizio classico, come testimoniano il volume collettivo Islam, Cristianesimo, Ebraismo a confronto. Conoscere per una cultura di pace, stampato da Piemme (9.901, pp. 808), o Maometto e Gesù di W.E. Phipps, appena uscito da Mondadori, 141, pp. 320). Ma il vero evento del nuovo anno è l'edizione italiana, pubblicata dalla UTET con il titolo La religione, della monumentale Enciclopédie des Religions diretta di F. Lenoir e Y.T. Masquelier. Qui il multiforme lavoro classificatorio delle tante e venerande religioni dell'umanità è frutto della collaborazione di centotrenta specialisti di ogni parte del mondo: storici, antropologi, teologi, sociologi filosofi, psicoanalisti. Tre dei sei volumi, i più appassionanti, sono dedicati alla valutazione comparativa per temi. Come si pongono le diverse correnti religiose rispetto ai grandi problema tutti i tempi - il bene, il male, la morte, la salvezza - e alle problematiche più recenti — i diritti dell'uomo, la bioetica, la guerra? Qual è la religione più pacifista? e quella più sensuale? quale la più ecologista? quale la meno antifemminista? In tempi di globalizzazione, in cui anche per la religiosità, come per il cibo e per la moda, vige lo stile eclettico e multietnico che gli esperti chiamano Fusion, tempi in cui - a dispetto di Voltaire - la religione, anziché abbandonata, è cambiata spesso, informarsi bene è prudente e doveroso. Prendiamo la sopravvivenza dell'anima dopo la morte, su cui Voltaire sorrideva e che in effetti è il primo grande spartiacque per classificare le religioni dell’umanità. Per gli antichi greci l'anima svanisce come fumo. Quando Patroclo gli appare in sogno. Achille geme: «Ah! C'è dunque anche nella dimora di Ade un'ombra, un fantasma!.. Ma dentro non c'è più la mente!». Nell'Antico Testamento ebraico Qohèlet lamenta: «La polvere torna alla terra, da dove è venuta, e il soffio vitale toma a Dio, che lo ha dato». Per gli stoici romani come per i buddhisti, è ben difficile rompere il ciclo dell'Eterno Ritorno, la serie di successive reincarnazioni cui l'anima è condannata nel suo esilio sublunare. Più ragionevole il traguardo terreno dei Nirvana, o dell'Atarassia. Il cristianesimo, mutuando dalle antiche correnti mistiche l'idea del riscatto dell'anima e della sua salvezza nell'aldilà, concretizza la promessa raffigurando un Paradiso non dissimile da quello degli antichi Germani o degli Indiani Creek, ma vi associa anche la resurrezione finale dei corpi e il giorno del giudizio. Lo segue in ciò l'Islam, secondo cui al suono della tromba dell'angelo Israfil tutti gli uomini saranno raccolti in un'immensa spianata rovente. L'attesa potrà andare per le lunghe, anche quarant’anni, dopodiché ognuno sarà pubblicamente giudicato in base alla consultazione del libretto individuale compilato dagli spiriti guardiani. Pochi, si presume, passeranno la prova. Ma, come scrive il Talmud, «non fosse che per un solo giusto, il mondo meritava di essere creato».