Il patriarca in Groenlandia, l'effetto serra come missione
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Sono partiti per la Groenlandia, verso i ghiacci dell’Artico che si stanno sciogliendo, un processo inarrestabile che minaccia la sopravvivenza del pianeta. Sono guidati da Bartolomeo, il patriarca di Costantinopoli, indiscusso capo ecumenico delle chiese cristiane ortodosse, uscito indenne dalle recenti, più o meno drammatiche provocazioni mosse alla sua autorità in una Turchia postelettorale ancora oscillante tra integralismo e democrazia.
Sono i vertici delle maggiori religioni del mondo: l’islamica e l’ebraica, la buddista e l’induista. Li affianca una schiera di filosofi e scienziati, artisti e scrittori. Il loro primo appuntamento è venerdi, sul ghiacciaio di Sermeq Kujalleq, che sta perdendo 35 chilometri cubi di ghiaccio l’anno. Da lì eleveranno insieme una Preghiera Silenziosa per il Pianeta, e proseguiranno poi per una settimana di colloqui e discussioni itineranti al più alto livello.
Il lungimirante disegno di “cooperazione scientifico-religiosa” nella “messa a fuoco delle implicazioni etico-teologiche dell'uso umano dell’energia”, che Bartolomeo ha ideato dalla fine degli anni 90, si è espresso già in sei simposi sul destino globale delle acque, elemento sacro a tante religioni, “oro blu” che un antropocentrismo indiscriminato sta mettendo a repentaglio.
“Compito dell’uomo non e’ dichiarare guerra al mondo della natura, ma a quelle energie e a quei poteri disordinati, innaturali e ostili all’ambiente, che sono fra noi”, scriveva già alla fine del VI secolo Massimo il Confessore, il grande teologo bizantino. A distanza di secoli, il patriarca ortodosso lotta per la salvaguardia della natura. La vocazione mistico-ascetica della sua chiesa, la tradizionale astensione dall'esercizio del potere temporale politico, la discrezione delle sue iniziative in confronto alla plateale visibilità di quelle cattoliche, potrebbero farci sottovalutare la modernità del suo pensiero.
Mentre la sua millenaria scuola teologica, la Halki, continua a essere chiusa dalle autorità turche, Bartolomeo continua a perorare la “cura teologica dell'ambiente”. “Solo l'accettazione dell’essenziale unità delle dimensioni materiale e spirituale della vita”, ha scritto, “può guidare la società umana verso uno sviluppo sostenibile per le generazioni future”. Dovremmo fare tesoro delle sue parole.