La strategia ecumenica di Francesco
La svolta del Papa: "Pasqua sempre nella stessa data per tutti i cristiani"
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La strategia ecumenica di Bergoglio procede sempre più rapida, in una fitta successione di messaggi politici e slittamenti simbolici. La disponibilità o l’invito a stabilire una data fissa per la Pasqua, vincolata al primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera ma calcolata diversamente dal calendario giuliano e da quello gregoriano, è un altro messaggio alla chiesa ortodossa di Mosca. Riallineare il calendario liturgico cristiano d’oriente e d’occidente è uno squadrare il foglio del dossier sull’ecumenismo, su cui il papa ha richiamato l’attenzione degli ortodossi di obbedienza russa tra le righe dell’omelia del 6 giugno a Sarajevo, definita la Gerusalemme d’occidente.
Il processo era iniziato nella Gerusalemme d’oriente, quasi esattamente un anno fa, quando dall’incontro con il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I era emerso l’intento ufficiale di una celebrazione congiunta tra cattolici e ortodossi del concilio di Nicea del 325: il primo concilio ecumenico che diciassette secoli fa, al tempo di Costantino I, espresse il primo symbolum fidei. Da quella teologia trinitaria, precisata poi nel credo niceno-costantinopolitano del 381, la chiesa cattolica si staccò nel corso del medioevo formulando, sulla dottrina della processione dello Spirito Santo, la variante del Filioque, che fornirà la piattaforma dogmatica dello scisma del 1054, tuttora insanato nonostante la provvisoria unione “in effigie” del concilio di Ferrara-Firenze del 1438-39.
E’ questa anche l’interfaccia religiosa del dialogo col Cremlino, cui Bergoglio, nell’udienza concessa a Putin il 10 giugno, ha mostrato di non voler rinunciare. Se nella strategia del papa l’accordo interconfessionale tra i cristiani è la priorità nella “terza guerra mondiale combattuta a pezzi”, la parte più difficile del suo lavoro è neutralizzare con abili mosse le diffidenze interne a entrambe le chiese. Se l’apertura di Francesco a Putin ha incontrato, oltre a quelle degli stati occidentali, le pressioni contrarie degli uniati di Kiev, all’interno del fronte ortodosso l’equilibrio da stabilire è tra chiesa russa e patriarcato ecumenico. In questa luce vanno lette le parole augurali sul prossimo sinodo panortodosso. La visita più attesa ora è quella dell’inviato del soglio di Costantinopoli, Ioannis Zizoulas, metropolita di Pergamo e massimo teologo ortodosso vivente, che presenterà a Roma il 18 giugno l’enciclica di Francesco sull’ambiente, un inchino papale alla visione proposta da decenni dal patriarca Bartolomeo, sempre più distante dal tradizionalismo di Mosca.