I segreti della porta d'Oriente
Harem, sultani e rovine romane: in una nuova guida il fascino millenario di Istanbul
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Tra i misteri dell'harem sultaniale turco, almeno un secolo prima che venisse cantato nei Poemi del gineceo di Mehmet Gayuk misteriosamente ritrovati da Guido Ceronetti, rimane l'ombra di una bellissima donna francese catturata nel Mediterraneo e divenuta la favorita di Abdul-Hamid I Nakcidil. Si trattava di Aimée Dubuc de Rivery, cugina di Josephine de Beauharnais? Fu veramente lei a ispirare la politica pro-francese del successore di Adbul-Hamid, SelÏm III? Nel suo Istanbul pubblicato da Salerno per la nuova collana «Guide illustrate» Robert Mantran segue il continuo trascolorare del mondo turco tra Oriente e Occidente. Il figlio di SelÏm III, Mahmùd II, riaprì le ambasciate ottomane all'estero e dal 1830 i giovani diplomatici e i figli del personale presero a frequentare, nei Paesi in cui si trovavano, le scuole francesi e inglesi. Al rientro nell'impero quest'élite cosmopolita aderì al partito riformatore. Alcuni si iscrissero a logge filoccidentali e nel 1863 venne fondata l'Unione d'Oriente, collegata al Grande Oriente di Francia, alla quale aderirono francesi ed europei, levantini, ebrei, greci, molti armeni e anche musulmani. Da questi centri di propaganda si formò, a Istanbul e a Salonicco, l'ideologia del movimento giovane-turco. L'attrazione Oriente-Occidente fu reciproca. Fin dai primi dell'800, in corrispondenza con il formarsi della nuova generazione ottomana cosmopolita, gli europei si plasmarono all'orientalismo. La Turchia cominciò a essere visitata, o rivisitata, da avanguardie di intellettuali. I primi furono gli scienziati, alla ricerca di spiegazioni positive dei prodigi della città leggendaria: come iI conte Andréossy, che studiò l'impianto idrico antico e moderno di Costantinopoli e le correnti del Bosforo. Il libro di Mantran non è soltanto una guida topografica, ma un manuale storico e letterario, un liber amicorum, un registro di scambi, un Divano. Non è illustrato da figure, ma da citazioni e racconti di fatti. Così come Istanbul, scrive l'autore, «non è soltanto una città, ma un intero mondo modellato dalla Storia». Fu negli Anni 30 dell'Ottocento che cominciò la grande migrazione degli scrittori francesi: Lamartine ('32), Nerval ('43), Flaubert ('48), Gautier ('53). Con l'inaugurazione dell'Orient-Express arrivò un giovane ufficiale di marina, Pierre Loti. Fu il più prolifico dei letterati occidentali insabbiati sul Bosforo. Il caffè panoramico che frequentava quando viveva a Eyup e che oggi gli è stato intitolato - Cafe Piyerloti - conserva ancora, a uso dei turisti, le copie dei suoi romanzi ambientati nel vieux Stamboul. Consultando l'elenco degli ospiti del Pera Palas, l'albergo costruito come terminal dell'Orient-Express a Beyoglu dalla Compagnia dei Wagons-lits, si trovano le tracce degli scrittori del Novecento: la principessa Bibesco, Ernest Hemingway e Jean Giraudoux, Graham Greene e, naturalmente, Agatha Christie. Il mistero dei suoi famosi undici giorni di assenza dalla camera 411, ancora inspiegato, ha preso posto tra le molte leggende letterarie aleggianti sulla città. Nel 1898 il governo inglese aveva dato il suo sostegno al movimento fondato da studenti e ufficiali dell'esercito dislocati in Europa, che si opponeva all'autoritarismo dell'ultimo sovrano ottocentesco, Abdul-Hamid III. Espressa nella rivolta del 1909, trasfusa dieci anni dopo, alla fine della Grande Guerra, nel nazionalismo kemalista, culminata nella proclamazione della Repubblica e nella de-islamizzazione degli anni 20 e 30, l'utopia politica ispirata dai Giovani turchi deve vedersi secondo Mantran - come l'unico tentativo possibile di fondere quanto restava del millenario impero orientale con la sua seconda anima europea, con le idee e le vite occidentali che nell'ultimo secolo gli si erano così strettamente intrecciate. Oggi, cento anni dopo, Istanbul è nuovamente assediata dall'integralismo. Le mura teodosiane, dichiarate «patrimonio dell'umanità» dall'Unesco, completamente in rovina, non sono più sottoposte al restauro turco, sospeso dopo che la nuova giunta comunale islamista ha preferito riservare i propri fondi alle moschee. Il centenario dell'alleanza fra l'Europa e i Giovani turchi non è stato ancora ricordato.