Quanta stoltezza nel sessantotto
"Che cos'è la tradizione" di Elémire Zolla
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CHE COS'E LA TRADIZIONE
di Elémire Zolla. Adelphi, 370 pagine. 25 mila lire.
Subito dopo il Sessantotto. Elémire Zolla, uno dei nostri intellettuali più sofisticati, era «impensierito» - scrive - dalla depravazione circostante, annunciata dalla rivoluzione culturale cinese e dal suo furore distruttivo delle tradizioni artistiche, professionali, universitarie, familiari. Di quel momento storico, questo libro provocazione, uscito nel 1971 e ora ripubblicato, depreca ancor’oggi, nella nota introduttiva, «la stoltezza totale». Del resto, fu scritto proprio per «raccattare ciò che poteva parere limpido e fermo» nella nostra stona.
La parola tradizione viene dal latino «tradere», che significa trasmettere. È singolare che dalla stessa radice derivi anche «tradimento»: trasmettere tradizione è anche sempre tradire, a fin di bene, un segreto. Per altro, il vero testo, ci dice Zolla, è un testo occulto, che si tratti degli Oracoli Sibillini o della Bibbia, del Corano o dei Veda, oppure del Non-testo, cioè di quel testo assente che, a partire dal '700, la nostra «civiltà della critica» ha imposto ai moderni, abolendo l'antica «civiltà del commento». Così stando le cose, convivere con la tradizione significa, secondo Zolla, frequentare il pensiero vivo negli scritti dei morti: Platone o Goethe, Gerolamo o Baudelaire. La loro compagnia è preferibile a quella dei viventi.
La critica del progresso, formulata In anni in cui mostrarsi pessimisti comportava il rischio di venir trattati come appestati, la predilezione per l'antichità, per la mistica, per l'Oriente, fanno di Zolla un precursore del ramo nobile del neospiritualismo, che nel suo aspetto più superficiale chiamiamo New Age, ma che ha radici profonde nella letteratura di un nostro Novecento «eretico». La cultura oggi dominante, non più soggiogata dal progressismo, percorsa dai fermenti critici degli ecologisti e da una controcultura che resta anticapitalista, dovrà forse apprestarsi a riscattarlo.